mercoledì 24 giugno 2020

Villa d'Este

Quale tremor giocondo la pace de gli alberi o Muse,

agita e a le richiuse urne apre il sen profondo?

 

Chi, dentro gli àlvei muti svegliando gli spirti del canto,

leva sí largo pianto d'organi e di liuti?

 

Chi dentro i marmi sordi, immemori d'acqua corrente,

mette novellamente fremito di ricordi?

 

Chi tante mai canzoni, o Muse, trae su da tant'acque?

Ella è, che pur vi piacque, Muse; è Vittoria Doni

.

Va pe 'l sentiere ombrato la donna magnifica; e in torno

ecco, il divin soggiorno trema signoreggiato.

 

Lodano tutti gli orti la dolce di lei signoria;

e le fontane, in via, parlan de' tempi morti.

 

Parlan, fra le non tocche verzure, le cento fontane;

parlan soavi e piane, come feminee bocche,

 

mentre su' lor fastigi, che il Sole di porpora veste,

splendono (oh gloria d'Este!) l'Aquile e i Fiordiligi.