Oh, su la terra albana, bontà de la pioggia recente!
Grande è la sera; accoglie grandi respiri il cielo.
Umido il ciel s'inarca su 'l piano a cui s'abbandona
lento il declivio. Ride l'ultime nubi in fuga,
l'ultime nubi, trame leggère che passa la luna
èsile trascorrendo come una spola d'oro.
Compie l'aerea spola un'opra silente. Nel folto
celasi; risfavilla di tra le fila rare.
Muta la segue in alto la donna pensosa, con occhi
puri, che guardan oltre: - oltre la vita, in vano!
Quale desío la tiene? Qual nuovo pensiero, qual sogno
su dal pallor notturno de la sua fronte sale?
Tenue Luna, o amante dolcissima d'Endimione;
cielo di perla effuso, pallido men di lei;
cielo che spandi al piano una neve impalpabile (come
placidamente cade sopra le arboree cime!);
tu, mar Tirreno, o letto remoto del Giorno (per l'aria
fanno gli odor terrestri altro invisibil mare);
Espero, e tu, o lungi ridente pupilla; e voi, larghi
paschi ove grandeggiando sazio s'attarda il bue;
torme d'olivi, e voi con braccia protese a la sera,
bianche nel bianco lume, religïose; e voi
tutte, apparenze de la divina Bellezza ne' puri
occhi, non mi rapite l'anima sua; ma fate,
s'io v'adorai, ma fate che l'anima sua forse stanca
volgasi a me, piangendo, con infinito amore!