Le curiosità su D’Annunzio

 Il celebre poeta, è noto sia per le sue opere e poesie, ma anche per la sua vita, e ci sono delle curiosità su di lui che forse non tutti conosco, come il fatto che:

  • fu ferito gravemente all’occhio destro, nel 1918, ma ciò non gli impedì di lanciare 400,000 volantini sulla città di Vienna, come forte segno politico;

  • definì Hitler in modo pochi lusinghieri, dicendo che era un “ridicolo Nibelungo truccato alla Charlot”, un “Attila imbianchino” o un “pagliaccio feroce”;

  • fu un testimonial pubblicitario, in quanto delle aziende lo scelsero per promuovere i loro prodotti, come l’amaretto di Saronno o l’Acqua Nunzia;

  • coniò diversi lemmi, che oggi sono usati nel vocabolario comune, come vigili del fuoco, scudetto o tramezzino. Inventò anche il nome dell’azienda SAIWA, che era l’acronimo di Società Accomandita Industria Wafer e Affini;

  • si può definire il primo influencer, sia per le sue strategie di marketing sia perché è stato un grande comunicatore politico e letterario;

  • si immerse in pratiche occultistiche, come la necromanzia, la numerologia o la gemmologia, tanto che si guadagnò l’appellativo di “Orbo Veggente;

  • appezzava la buona tavola, che non poteva mancare nella ricerca del piacere, tanto che dedicò dei versi ad alcuni cibi. Un alimento che lo colpì particolarmente, era il culatello.

D’Annunzio per tutta la vita metterà le sue capacità letterarie a disposizione delle più diverse operazioni di marketing: dagli acrostici atti a diventare slogan di ogni tipo di consociazione umana (dalle Società Ginnastiche alla Decima Mas) sino ai nomi commerciali di prodotti ancora oggi famosi (come i biscotti Saiwa) arrivando sino a qualche giovane romanziera italica: Liana Cambiasi Negretti fu da lui ribattezzata LiALA, giusto per sottolinearne la passione per l’aviazione. Ma l’operazione pubblicitaria più spregiudicata la riservò a se stesso: ancora collegiale spedì ai giornali una falsa notizia e finse di esser morto per una caduta da cavallo. Il risultato fu che attirò l’attenzione del pubblico sull’uscita della sua prima raccolta di versi (Primo Vere, del 1879) creando a bella posta una ondata di emotività legata alla sua immagine di talento precoce. Una mossa rischiosa, certamente: ma il talento del ragazzo era così genuino da sopportare questo e altro.