martedì 8 settembre 2020

Il martirio di San Sebastiano (Le martyre de Saint Sébastien) (1911)

 Scritta in versi francesi nel periodo di esilio a Parigi, rappresnetata nel 1911 da Ida Rubinstein con le musiche di Claude Debussy e pubblicata nello stesso anno, fu tradotta in italiano da Ettore Janni. Anche quest'opera come la Crociata si presenta come un "mistero" in cinque "mansioni" con un prologo preghiera.

Sotto un'atmosfera di misticismo, d'Annunzio ripercorre la vita di San Sebastiano. Il santo è un giovane soldato della scorta di Diocleziano imperatore, che decide di salvare due ragazzi dalla morte, condannati perché scoperti cristiani. Diocleziano tenta di corrompere Sebastiano con il gozzoviglio e i piaceri, offrendogli anche sua figlia in sposa, il soldato, che nel frattempo ha avuto varie visioni paradisiache e si è completamente convertito al cristianesimo, risulta schifato e offeso dalle lusinghe dell'imperatore corrotto, e dunque viene condannato ad essere ucciso con delle frecce.

In termini teatrali, l'opera lascia cadere le aspirazioni di una coerenza narrativa e drammatica, riconoscibili anche nella Fedra, tutto è decorazione della vicenda che si svolge, l'uso erudito della parola e della descrizione dei particolari sembra attingere al gusto ellenistico dei poeti alessandrini, alla cura del particolare, alla ricerca dell'elemento meno noto al grande pubblico, alla cristallizzazione dell'arte in sé; il descrittivismo e la sensualità della parola si aiutano con la danza e la musica di Debussy, affinché la tragedia arrivi alla conclusione.