lunedì 31 agosto 2020

Opere di Gabriele D'Annunzio

Primo vere (1879)

L'esordio dannunziano avviene a Chieti, presso la Tipografia Floro, ma poi l'opera fu ristampata presso la casa editrice Rocco Carabba a Lanciano (CH), che ne detiene ancora il copyright. Il padre pubblica la prima raccolta di poesie, e con un espediente pubblicitario (la propria morte con una caduta a cavallo), il giovane d'Annunzio riesce a riscuotere grande successo. Il poeta sedicenne dedicò tutto il periodo delle vacanze estive per redigere la sua prima opera, e poi con l'accordo del padre, decide di farlo stampare a spese della famiglia. Svanita però l'illusione di fare pubblicare la raccolta da uno dei migliori editori milanesi, il padre ripiega sul tipografo Giustino Ricci di Chieti, con cui viene combinata per 500 lire, un'edizione in 500 copie. Il volumetto, condotto sull'edizione zanichelliana delle poesie dello Stecchetti si compone di circa 150 pagine.

La prima edizione di Primo vere comprende ventisei poesie, quasi tutte dedicate ad un rappresentante della famiglia, ad un amico oppure alla musa ispiratrice, di nome Lilia;è poi presente un'appendice che contiene quattro traduzioni di Orazio. Con Primo vere, l'autore vuole raccontare la sua età giovanile (l'espressione latina, infatti, significa proprio "all'inizio della primavera") nella quale si affaccia per la prima volta alle gioie della vita e dell'amore. Sono riscontrabili le influenze di Carducci ed in modo particolare si evidenziano alcune espressioni e immagini tipiche del poeta toscano, nonché l'uso del metro barbaro. D'altra parte, il libro, come confessato dallo stesso autore, era nato sotto lo stimolo delle Odi barbare carducciane.Al di là dell'imitazione, nel giovane D'Annunzio si vede la capacità di operare una scelta tra le sfaccettature della poetica del modello che più gli erano congeniali e che più si adeguavano alla sua personalità già spiccatamente originale.