Chi dunque ne la mia memoria oscura
susciterà quel duplice ricordo?
Una musica e un sogno. (E una figura di donna?)
Oh, ch'io ritrovi il primo accordo
e rivivrà la dolce creatura,
ed il sogno con lei, nel mio ricordo;
e l'una e l'altro non morranno piú.
Ma quale fu la musica?
Ma quale fu il sogno?
Ma qual era il vostro viso, donna velata?
Il giorno era autunnale (mi sovviene del giorno, all'improvviso!)
ed il sole era come un grande opale
in un ciel cosí bianco che un sorriso
di piena luna non è forse più.
D'altro ancor mi sovviene. Giungea piano
a me il suono, fin là su la ringhiera;
e pareami venisse di lontano
. Ai penduli rosai qualche leggera
aura facea, ne le pause, uno strano bisbiglio.
Ed anche quella musica era dolce;
ma non so quale fosse piú.
Profondavasi innanzi una contrada
nobile e calma; e un fiume la partiva
lento, che mettea foce in una rada cerula.
E il fiume lungi m'appariva
nel diffuso vapor come la spada
appannata da l'alito; o spariva
subitamente, non luceva piú.
D'altro ancor mi sovviene. Se talora
io mi volgeva, senza sollevare
le tende ove languia l'onda sonora,
io scorgeva a traverso quelle rare
trame confusamente la signora
misteriosa e vago luccicare
il cembalo ne l'ombra, e nulla piú.
La musica fluiva, nel sovrano
incanto di quel giorno moribondo,
con tal dolcezza che il mio cuore umano
non la sostenne. Ed un oblío profondo
de la vita mi trasse in un lontano mondo.
Ah perché di quel lontano mondo,
anima mia, non ti sovviene piú?