Gabriele d'Annunzio nasce il 12 marzo 1863 da Francesco Paolo e Luisa De Benedictis a Pescara,dove trascorre l'infanzia.La famiglia del Poeta discende da Francesco d'Annunzio. Ricco possidente di vari beni immobili e padre di Antonio che nel 1836 sposa Anna Giuseppa Lolli, sorella maggiore di Rita Olimpia, sposata a sua volta a Camillo Rapagnetta con il quale ha sette figli. L'ultimo di questi figli si chiama Francesco Paolo che, nel 1851,viene adottato dagli zii, Antonio e Anna Giuseppa d'Annunzio, e in seguito rinunzia al primo cognome registrando i figli con il nuovo cognome.
Il Poeta, infatti, fin dall'atto di nascita, con l'avallo del nonno Camillo Rapagnetta che compare come testimone, viene legittimato solamente come d'Annunzio. Quanto al nome, Gabriele si chiamava un fratello di Antonio d'Annunzio, perito in mare prima dell'adozione di Francesco Paolo.
Il padre di Gabriele d'Annunzio,Francesco Paolo Rapagnetta, nato nel 1838, era stato adottato da una sorella della madre Rita, Anna Lolli, che aveva sposato in seconde nozze, dopo la morte del primo marito, un facoltoso commerciante ed armatore, Antonio d'Annunzio.
Il Poeta descrive la figura del padre in alcuni brani del Il compagno dagli occhi senza cigli in Le Faville del maglio:
“ Mio padre è là corpulento e sanguigno, un poco ansante, con quel suo sguardo un poco torvo in cui passava talvolta uno strano ardore come di fosforo che vi s'accendesse.
M'è vicino e m'è lonatano, è fatto della mia stessa sostanza e m'è sconosciuto. Ho potuto vivere lungo tempo discosto da lui, talvolta ho potuto avversarlo, talvolta perfino dimenticarlo...
Spirito tirannico quan'altri mai, egli aveva da tempo abdicata la sua autorità sopra me, solo attento a vigilare le mie tendenze e a spiare l'ombra dei miei sogni.”
La madre, Luisa De Benedictis nasce ad Ortona a Mare ( CH ) nel 1839. L'amore di Gabriele d'Annunzio per la madre fu di ispirazione filiale ed estetica; meglio di qualunque commento parlano le commosse pagine che d'Annunzio scrive per lei: dall'Inno alla madre mortale(Laus vitae) a Consolazione(Poema Paradisiaco), dalle pagine delNotturno a quelle delle Faviglie del maglio del Libro segreto, del Libro ascetico della giovane Italia. Basti citare un brano da Il secondo amante di Lucrezia Buti in Le faville del maglio:
"Colei che quasi ogni notte si levava per un'ansia subitanea e veniva nella mia stanza e indagava il mio sonno e mi poneva una mano sul cuore e si chinava a bevermi l'alito e sentiva in sè che la vita era bella perchè il figlio viveva".