D’Annunzio, dopo aver arredato la prioria, pensò di realizzare un museo che celebrasse l’eroismo suo e le imprese del popolo italiano nella guerra del 1915-1918. La morte del poeta sopraggiunse prima che vedesse iniziata questa nuova opera, anche se l’aereo SVA che troneggia appeso al soffitto dell’Auditorium ne rimane evidente testimonianza. Questo suo desiderio tuttavia è stato realizzato nel 2000 quando gli spazi di Schifamondo, sono stati aperti al pubblico valorizzando così il ricco e prezioso patrimonio storico legato all’esperienza militare di Gabriele d’Annunzio e alle grandi imprese che lo videro protagonista: il volo su Vienna, la beffa di Buccari, l’impresa delle bocche di Cattaro e la grande epopea fiumana.
Fra gli oggetti più significativi visibili nelle grandi sale arredate secondo il gusto déco dell’epoca, il medagliere personale di d’Annunzio con la medaglia d’oro al valor militare, quattro d’argento ed una in bronzo; le divise da lanciere di Novara, da bersagliere, da ardito e da generale dell’aeronautica; le tenute complete utilizzate per il volo su Vienna e nella beffa di Buccari; le bandiere fra cui quella nella quale si avvolse il corpo di Giovanni Randaccio, il gonfalone della Reggenza italiana del Carnaro, il motore dell’aereo del volo su Vienna.
Nel luglio 2011 il museo della guerra ha cambiato titolatura in museo “d’Annunzio eroe” e si è arricchito di due nuove sale che ospitano settantaquattro oggetti, fra armi, bandiere e autografi, della Collezione dannunziana dell’ambasciatore Antonio Benedetto Spada. Fra questi una daga d’onore in avorio e acciaio, un versatoio in argento dorato con simbologie fiumane, un teschio in cristallo di rocca, il messaggio lasciato nella baia di Buccari nella notte fra il 10 e l’11 febbraio 1918, il manoscritto autografo de La notte di Caprera. Esposta in una teca la medaglia d’oro al valor militare di Ernesto Cabruna, donata dallo stesso Cabruna al comandante. Nell’allestimento non si sono volutamente adottate tecnologie espositive moderne ma si è realizzato un museo che rispecchiasse nel suo complesso l’atmosfera della prioria e continuasse lo spirito e l’essenza della casa così come d’Annunzio e Maroni l’avevano voluta e realizzata.