«Ma la Melancolia venne e s’assise
in mezzo a noi tra gli oleandri,
Ed Erigone, ch’ebbe conosciuta
la taciturna amica del pensiero
chinò la fronte come chi saluta.
E poi disse la Notte e il suo mistero.»
La taciturna amica del pensiero: con questo magnifico endecasillabo Gabriele D’Annunzio definisce la malinconia in una delle poesie dell’Alcyone, L’oleandro, che probabilmente non è tra le sue migliori composizioni, troppo lunga e gravata com’è da un’architettura artificiosa, da preziosismi linguistici, da riferimenti mitologici e letterari. Ma è uno di quei versi (il 429°) che si fissano per sempre nella memoria per la sua intima verità.