martedì 22 settembre 2020

La malinconia secondo Gabriele d’Annunzio

 «Ma la Melancolia venne e s’assise

in mezzo a noi tra gli oleandri,

Ed Erigone, ch’ebbe conosciuta 

la taciturna amica del pensiero 

chinò la fronte come chi saluta.

E poi disse la Notte e il suo mistero.»

La taciturna amica del pensiero: con questo magnifico endecasillabo Gabriele D’Annunzio definisce la malinconia in una delle poesie dell’Alcyone, L’oleandro, che probabilmente non è tra le sue migliori composizioni, troppo lunga e gravata com’è da un’architettura artificiosa, da preziosismi linguistici, da riferimenti mitologici e letterari. Ma è uno di quei versi (il 429°) che si fissano per sempre nella memoria per la sua intima verità.