martedì 8 settembre 2020

La Leda senza cigno (1916)

 Il tentativo è quello di ricercare nuove esperienze di vita, come già avvenuto con le automobili e gli aeroplani in Forse che sì, forse che no. D'Annunzio si adegua con più coerenza, anche se la storia non ha una trama precisa, una donna gira di albergo in albergo con un oscuro amante che la domina, e con il fidanzato che lui le procurò, quasi lei debba pagargli un pegno. Questo amante procurato viene avvelenato dalla morfina, indotto a sottoscrivere una grossa assicurazione sulla vita in favore della fidanzata, è infine ucciso in una disgrazia. Nasce il sospetto del delitto, la donna è di nuovo prigioniera della scelta: denunciare ambedue oppure tacere, sicché il grosso macigno della colpa la travolge, e si suicida.

La prosa si concentra sulle descrizioni cupe della donna, contrapposte alla sua sgargiante bellezza, nella scena del canile tra i bianchi levreieri, la donna sembra rinnovare il mito della Leda tra i cigni.