Pace, pace! La bella Simonetta adorna del fugace emerocàllide vagola senza scorta per le pallide ripe cantando nova ballatetta. Le colline s'incurvano leggiere come le onde del vento nella sabbia del mare e non fanno ombra, quasi d'aria. L'Arno favella con la bianca ghiaia, recando alle Nereidi tirrene il vel che vi bagnò forse la Grazia, forse il velo onde fascia la Grazia questa terra di Toscana escita della casalinga lana che fu l'arte sua prima. Pace, pace! Richiama la tua rima nel cor tuo come l'ape nel tuo bugno. Odi tenzon che in su l'estremo giugno ha la cicala con la lodoletta!